Chissà cosa hanno pensato i dirigenti del WWF e della Fondazione Peccei quando hanno saputo che, anche per quello che per loro è il “guru” verde, James Hansen, l’energia nucleare è da utilizzare per combattere i cambiamenti climatici al pari delle rinnovabili. Si parlava di riscaldamento globale ma probabilmente sarà sceso il gelo.
Per chi non capisce di cosa scrivo, ricapitoliamo alcune informazioni. Il 15 marzo James Hansen, è stato invitato dal WWF e la Fondazione Aurelio Peccei (per avere grossolana idea di cosa si tratta cliccare qui) a tenere una “lecture” a Roma. Hansen è un climatologo su cui si è scritto molto, esparto NASA e consulente di Al Gore, è avversato dagli scettici ed osannato dai “fondamentalisti dellAGW (acronimo inglese per Riscaldamento Gliobale Antropogenico)”. In passato le varie organizzazioni ambientaliste ed ecologiste avevano sempre spiegato la conversione al nucleare di importanti esponenti “verdi” come dovute al pagamento di lobby e/o a “rimbambimento”, è il caso ad esempio di James Lovelock (ideatore della teoria Gaia), di Chicco Testa (uno dei fondatori di Legambiente), di Patrick Moore (uno dei fondatori di Greenpeace). Ora, con Hansen, però si tratta forse dell’esperto ecologista più in auge a sdoganare l’energia nucleare pur di combattere il riscaldamento globale.
Nasce spontanea la domanda sul perché il WWF, noto per le sue posizioni contro il nucleare “senza se e senza ma”, abbia invitato a parlare Hansen e come mai un ecologista come lui preferisca “all’inquinamento” del composto naturale CO2 quello da scorie nucleari.
Tentiamo alcune risposte senza pretese. La prima è che gli organizzatori non sapessero cosa avrebbe detto, ma sarebbe crederli poco preparati, cosa non realistica e che nel poco probabile caso dovrebbe far preoccupare gli iscritti alle associazioni. I dietrologi, quelli che pensano sempre a male e che ad ogni posizione corrisponda una lobby, credono che dopo le aperture del Nobel ambientalista Obama sul nucleare, ed i relativi fondi, ci sia una generale riflessione su quali posizioni tenere. Nessuno si aspetta apertamente una dichiarazione di pentimento, ma solo un calo di attenzione come sembra avvenuto per l’ellettrosmog, per il quale all’inizio c’era una raccolta firme e manifestazione quasi ad ogni nuova antenna ed ora sembra interessare molto meno.
A me invece piace pensare che senza pressioni di lobby e solo per razionalità, ora Hansen, forse in futuro anche delle associazioni ambientaliste, abbiano iniziato a comprendere la necessità di un mix energetico, equilibrato e sicuro, che non può far a meno di una parte prodotta con energia nucleare. Sui comunicati ufficiali, nei programmi televisivi e sui quotidiani nazionali non si è quasi parlato della posizione sul nucleare di Hansen, nonostante questa fosse la vera novità dell’incontro e un motivo per cui vanno ringraziati gli organizzatori che hanno creato l’occasione per informarci. Invece Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF, non ha fatto cenno al perché il loro guru è aperto verso il nucleare ed il WWF no (o forse non ancora). Ha solo utilizzato Hansen solo come occasione per ripetere che alcune lobby stanno dietro quello che lui definisce "negazionismo climatico". Del resto l’ecologista Gianfranco Bologna, in generale, non è certo obbligato a tener conto di tutto ciò che dicono gli scienziati: fu lui a scrivere l’introduzione ed a contribuire alla diffusione del libro dal titolo “Il Tao della fisica”(editore Muzzio), in cui nel capitolo 16 dal titolo “L’ecologia è una fede” (a pag.91) si può leggere: ”[…] Ciò ha conferito alla classe sacerdotale-scientifica il potere di impedire ogni indesiderata deviazione dall’ortodossia scientifica, esattamente come la gerarchia cattolica del Medioevo poteva scomunicare qualsiasi eretico il cui insegnamento costituisce una sfida alla sua autorità. In questo modo la scienza non ha bandito la fede: ha sostituito la fede nella scienza moderna alla fede in una religione tradizionale. L’ecologia, con la quale dobbiamo sostituirla, è anche’essa una fede. […]”. Io aggiungerei: “E così non sia”. |